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iCub: il robot umanoide che aiuta gli esseri umani
Il robot iCub è l’umanoide più diffuso al mondo per la ricerca nel campo della robotica e dell’IA. iCub, ideato e realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), è presente in oltre 40 laboratori nel mondo e viene utilizzato per progettare i robot del futuro in grado di aiutare gli esseri umani a casa e sul lavoro ma anche come strumento per comprendere il funzionamento del nostro sistema nervoso e i meccanismi alla base del processo di apprendimento.
iCub: l’umanoide più diffuso al mondo per la ricerca nel campo della robotica
iCub ha la forma e le dimensioni di un bambino di circa 4 anni.
Possiede 53 “snodi” di movimento, la maggior parte dei quali sono nelle braccia e nelle mani per consentire azioni di presa e di manipolazione fine degli oggetti.
iCub è dotato anche di telecamere che riproducono la vista, microfoni per la ricezione di suoni, sensori inerziali che riproducono il senso dell’equilibrio, e sensori tattili e di forza per misurare l’interazione con l’ambiente. E’ l’unico robot al mondo ad avere il proprio corpo ricoperto di una pelle artificiale – un sensore tattile che gli permette di capire se e come viene toccato dall’uomo e di rispondere nella maniera adeguata.
Non solo, iCub è il robot umanoide in grado di vedere l’ambiente che lo circonda, riconoscere alcuni oggetti, capire se una persona è presente di fronte ad esso, rispondere a semplici comandi vocali oppure al contatto fisico con le persone. A comando può afferrare oggetti ed eseguire alcune azioni (spostarli, rovesciarli, etc). Negli ultimi anni ha imparato anche a camminare, a eseguire complessi esercizi di equilibrio e a non cadere quando viene spinto. Inoltre il team di ricerca IIT sta testando iCub come avatar controllato in remoto con diverse applicazioni nel campo della telepresenza.
Attualmente sono oltre 40 i laboratori nel mondo che usano iCub per i loro studi sull’Intelligenza Artificiale, in Europa, Usa, Giappone - rendendolo così il robot umanoide più diffuso al mondo.

Alla base del progetto, vi è l'obiettivo di realizzare robot in grado di interagire con gli esseri umani e di collaborare in diversi contesti, da quelli domestici a quelli industriali. Grazie alla ricerca svolta su iCub, infatti, si potranno realizzare robot per assistere gli anziani o i malati all’interno delle case, svolgere compiti pericolosi ma che necessitano di manualità accurata in ambienti lavorativi o supportare l’attività umana in contesti di emergenza e disastri naturali.
La tecnologia sviluppata sul robot, inoltre, potrà trovare applicazioni in campo biomedico e riabilitativo: dagli arti robotici come protesi per amputati, all’esoscheletro per gli arti inferiori come supporto a pazienti paraplegici fino ad arrivare al trattamento di pazienti affetti da malattie nello spettro dell’autismo ambito in cui il robot iCub è al momento sperimentato.
Un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e un’equipe medica dell’Opera Don Orione Genova, stanno infatti sperimentando l’utilizzo del robot umanoide per migliorare le capacità di interazione sociale di bambini affetti da autismo.

iCub: il robot umanoide che aiuta i bambini affetti da autismo
Per la prima volta al mondo, il robot umanoide iCub, realizzato all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), entra in una struttura riabilitativa per prendere parte ad un trattamento sperimentale nell’ambito di una ricerca sui disturbi dello spettro autistico.
Il team Social Cognition in Human-robot Interaction di IIT guidato dalla ricercatrice Agnieszka Wykowska sta lavorando insieme all’equipe riabilitativa del Centro Boggiano Pico di Genova, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo dell’Opera Don Orione, per testare l’efficacia dell’utilizzo del robot nel trattamento di bambini affetti da disturbo dello spettro autistico direttamente in un contesto ambulatoriale.
La sperimentazione prevede il coinvolgimento di bambini nella fascia della prima infanzia in trattamento presso il Centro Boggiano Pico, polo specializzato nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo dell’Opera Don Orione Genova e si integra con i metodi e le strategie abilitative già in corso secondo le linee guida nazionali. In ogni seduta iCub affianca il terapeuta ed è impiegato in base alle competenze specifiche di ogni bambino. Il trattamento con il robot si integra con altri interventi sulla motricità, le competenze socio-relazionali e quelle comunicative.
Nello specifico, il training prevede un allestimento che consiste in un tavolo, realizzato appositamente dai tecnici IIT, dotato di strumenti per rendere l’interazione tra il robot e il bambino più semplice ed efficace come un vassoio mobile per lo scambio di oggetti, paratie trasparenti per garantire una sicura interazione e cubi di gommapiuma dotati di figure e colori diversi su ogni faccia. Durante il trattamento il robot iCub scambia uno dei cubi in gommapiuma con il bambino e osserva una delle sue facce. In seguito il terapista chiede al paziente, quale immagine o colore presente sulla faccia del cubo riesca a vedere e quale, secondo lui, il robot stia guardando.
La fase iniziale della sperimentazione si rivolge a circa 50 bambini e si concluderà a giugno del 2021. L’obiettivo, nei prossimi anni, è sviluppare ulteriori e diversi training che possano aiutare bambini con spettro autistico a implementare e accrescere specifiche competenze.
Photo Credits: Laura Taverna – IIT e Duilio Farina – IIT

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