Oggi iniziamo a parlare di INNOVAZIONE. Lo dico subito a scanso di equivoci, lo farò girando ben al largo dalla fantascienza, riducendo dunque il campo a quelle INVENZIONI che vengono implementate per essere portate sul MERCATO con un preciso MODELLO DI BUSINESS.
È il luminare di Berkley, Henry Chesbrough, che circoscrive in questi termini l’innovazione; per raccontarvela voglio partire da lui, dal padre di quell’innovazione trasversale e aperta che lui stesso ha battezzato Open Innovation. Dopo una breve infarinatura teorica per orientarsi meglio, passerò in rassegna qualche esempio concreto di applicazione dei modelli e degli strumenti dell’Open Innovation nell’ecosistema italiano, con focus sul contesto cittadino.
COS’È L’OPEN INNOVATION?
L’Open Innovation è un modo di esplorare idee di successo (siano prodotti, servizi, procedure e/o competenze tecnologiche) basandosi su risorse che si trovano sia all’interno che all’esterno di un’azienda o di un’istituzione. Gli interlocutori che propongono le risorse fanno parte di un ecosistema ampio e diffuso: non solo i dipendenti (tutti) ma anche startup, università, enti di ricerca, pubbliche amministrazioni, venture capitalists, fornitori, consulenti e privati cittadini.
Grazie a questa “apertura” ad idee, interlocutori e percorsi, esterni ed interni; l’innovazione tradizionalmente intesa come R&D e Business Development cambia faccia, si evolve e riesce a raccogliere stimoli, know-how, best practices e tecnologie che calzano perfettamente con i modelli di business del proprio contesto.
I MODELLI D’INNOVAZIONE – TUTTI TRASVERSALMENTE OPEN
L’Open Innovation può essere applicata trasversalmente a dei modelli d’innovazione specifici, teorizzati invece da Clay Christensen, colui che ad Harvard ha coniato il termine molto inflazionato “disruptive innovation”. Vediamoli velocemente:
- EMPOWERING Innovation quando semplificando un prodotto e abbattendone il costo lo si rende disponibile ad un target e ad un mercato più ampio creando in aggiunta occupazione (aumento della produzione e della distribuzione).
- SUSTAINING Innovation quando in un mercato già esistente l’innovazione deve trovare nuove values propositions per prodotti esistenti, sostenendosi con qualcosa di diverso da prima.
- EFFICIENCY Innovation quando il modello di business è già consolidato ma bisogna ottimizzarlo ad esempio riducendo i costi o migliorando i processi.
- DISRUPTIVE Innovation quando si creano nuovi mercati o si ridefiniscono completamente i confini di quelli esistenti.
Tornando alla definizione iniziale di Chesbrough, tutti i modelli di innovazione sopra elencati hanno un comune denominatore: l’esplorazione di idee di successo che generino business practices, prodotti o servizi vantaggiosi.
Negli esempi seguenti voglio sottolineare l’efficacia dell’intraprendere questa esplorazione nel contesto cittadino con gli strumenti tipici dell’Open Innovation.
I TOP 3 STRUMENTI “OPEN” PER LE CITTÀ
Gli strumenti dell’Open Innovation sono molti, nuovi, flessibili e anche particolarmente compatibili con l’ecosistema delle città, soprattutto di quelle smart. Un elenco non esaustivo di strumenti a supporto dell’Open Innovation potrebbe essere questo: Contest, Call4ideas, Hackathon, Crowdfunding, Crowdsourcing, Scouting for VC, Incubatori ed Acceleratori d’Impresa, Corporate Innovation Center, senza dimenticare l’Internal Innovation detta anche Intrapreneurship.
Tanta carne al fuoco insomma, in futuro avremo modo di parlare in modo approfondito di questi strumenti, ma procediamo per gradi, introducendo con esempi pratici i TOP 3 strumenti che di recente siano stati utilizzati in modalità Open per lo sviluppo sostenibile delle Smart Cities in Italia: gli Hackathons, il Crowdfunding Civico e infine i Corporate Innovation Center.
1. Gli Hackathon – Climathon Torino
Gli Hackathon sono eventi ai quali partecipano, a vario titolo, esperti di diversi settori, quali sviluppatori, designer, grafici, marketers che, raggruppati in team, partecipano ad una o più sfide per aggiudicarsi un premio.
Le sfide consistono nel lavorare non-stop per una giornata, un weekend, o al più una settimana al fine di risolvere problemi di innovazione specifici degli organizzatori, i quali mettono a disposizione risorse hardware e/o software per far arrivare i team ad un prototipo finale.
Gli obiettivi di un hackathon possono essere vari: lavorativi, didattici, puramente innovativi o sociali. Qualsiasi sia la natura dell’hackathon il fattore comune è sempre e in ogni caso l’obiettivo di comunicazione.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, riporto un hackathon con finalità sociali e prettamente urbane che si è svolto di recente a Torino: Climathon, va da sé capire quale sia il problema urgente di innovazione che si propone di indagare.
Climathon è una manifestazione che ormai da tre anni si tiene simultaneamente in 200 città worldwide. È un hackathon di 24h che unisce migliaia di persone intenzionate a promuovere idee innovative e azioni concrete per vincere le sfide climatiche legate alle città. Ogni città fissa la propria sfida cercando di coinvolgere il maggior numero di stakeholders (cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni) per risolvere l’annoso problema del cambiamento climatico.
Quest’anno a Torino il focus era sulle ondate di calore e le alluvioni, da mitigare con azioni concrete in ambito di efficienza energetica, mobilità sostenibile, infrastrutture green&blue (elementi naturali e semi naturali del tessuto cittadino).
L’obiettivo è stato quindi quello di affidarsi alle tecnologie individuando servizi, strumenti e soluzioni per ridurre le conseguenze di questa drammatica realtà sulle nostre comunità. Paola Pisano, Assessore all’Innovazione del Comune di Torino ci presenta l’iniziativa in questo video:
2. Il Crowdfunding Civico – Comune Milano
Il Crowdfunding Classico è un modo partecipativo di raccogliere fondi online per finanziare progetti il cui valore è supportato e condiviso da una comunità. Diverse piattaforme si dedicano a questa pratica, in primis lo storico Kickstarter, i cui progetti supportati su scala mondiale permettono ai finanziatori di trarre eventuali guadagni dai loro investimenti.
Il Crowdfunding Civico è leggermente diverso: solitamente promosso da PA, si focalizza su progetti dall’impatto prettamente sociale e non promette nessun guadagno ai finanziatori.
Un esempio pratico e abbastanza recente è il Crowdfunding Civico promosso dal comune di Milano nel 2016, che per selezionare quali progetti finanziare, ha utilizzato la piattaforma del crowdfunding made in Italy (Eppela). Nel video Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio con delega Smart City del Comune di Milano, racconta tutti i dettagli dell’iniziativa:
3. I Corporate Innovation Center – A2A SmartCity Lab
I centri di ricerca e sviluppo delle grandi aziende si stanno trasformando e stanno intraprendendo una strada esperienziale, scenografica e community-based. È un fenomeno ormai diffuso quello di creare dei Corporate Innovation Center, luoghi fisici interamente dedicati all’innovazione, hands-on e partecipata dove l’azienda ricrea un complesso ecosistema, con un esplicito interesse di business; insomma un investimento per creare futuro.
Lo hanno fatto in tanti anche in Italia, su mercati e con modalità diverse: esempi rappresentativi sono l’Innovation Center di Intesa San Paolo, il Customer Innovation Center di 3M e il Ferrero Innovation Center a Singapore.
Nel contesto italiano della ricerca Smart City, spicca certamente lo Smart City Lab del Gruppo A2A, gestore multi utility di servizi essenziali per la Green Economy e le Smart Cities (Acqua, Elettricità, Gas, Calore, Rifiuti). Una struttura di ricerca e sviluppo per la realizzazione di tecnologie digitali innovative IoT da applicare alla gestione dei servizi dedicati al territorio.
Lo Smart City Lab studia in particolare il legame tra tecnologia, efficienza e miglioramento dei servizi delle Smart Cities. Situato a Brescia, città natale di A2A, propone soluzioni a progetto, sia per la clientela business che istituzionale, mirate allo sviluppo di servizi per la città intelligente (Smart Infrastructures, Smart Security, Smart Building, Smart Parking, Smart Energy).
Questa realtà soprattutto porta avanti l’Open Innovation, contaminandosi con diversi stakeholders, divulgandone i principi fondamentali, e offrendo un programma di Workshop chiamato “Hands-on Future”, rivolto a chiunque voglia toccare con mano le tecnologie di cui dispongono e imparare by doing.
REFERENCES: The Era of Open Innovation by H.W. Chesbrough, Open Innovation The New Imperative for Creating and Profiting From Technology by H.W. Chesbrough, The Capitalist’s Dilemma by C Christensen, EconomyUp,
PH CREDITS: Opensource.com, HSGUniStGallen, Hurca.com