In Germania sono arrivate le “Open Air Library”: collocate nelle piazze e per le vie delle città, sono un’evoluzione del bookcrossing, biblioteche libere, sempre accessibili, che permettono di prendere i libri o di lasciarne di propri senza alcuna registrazione o scadenza.
Colonia è stata la prima città ad installare lungo le sue vie cinque librerie all’aria aperta, installazioni fatte di acciaio e ante di vetro.
Colonia ha dato il via alla diffusione di queste particolari librerie in molte altre città come Hannover, Bonn, Vienna, Berlino dove però è successo qualcosa di più: l’associazione imprenditoriale femminile BauFachFrau ha promosso un progetto chiamato Berlin Book Forest che ha trasformato gli alberi ormai secchi in piccole librerie a disposizione dei cittadini.
Ogni tronco può contenere fino a 100 volumi: romanzi, saggi, fiabe per bambini, lavori autoprodotti, trovano tutti posto all’interno di teche scavate nella corteccia e sono protetti dalle intemperie grazie a tendine di plastica. A New Yok a riprendere vita non sono stati alberi ma cabine telefoniche in disuso.
John Lock, un architetto della Columbia University, ha deciso di riutilizzare un elemento di arredo urbano ormai in disuso: ha progettato scaffali su misura per libri da inserire all’interno delle cabine telefoniche. I libri sono stati donati dagli abitanti dei quartieri in cui si trovano le cabine telefoniche e da Locke stesso, mentre gli scaffali sono stati forniti dall’azienda Kontraprionist.
Che siano dei fori in un albero, degli scaffali in una cabina telefonica o una struttura nuova progettata ad hoc l’arredo urbano avvicina la cultura alle strade, alle piazze ma soprattutto alle persone che le popolano.
Chissà se l’idea del booksharing potrebbe funzionare in Italia? Voi cosa ne pensate?
Ph Credit: architetturaecosostenibile.it