Lo scorso 9 Settembre, con l’arrivo delle due TBM (Tunnel Boring Machine) – più comunemente dette “talpe” – nei pressi della futura stazione metropolitana Solari, si è conclusa la realizzazione di tutte le gallerie della M4, la nuova linea blu della metropolitana di Milano.
Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’assessore Marco Granelli, il presidente di M4 Spa, Fabio Terragni e Guido Mannella, Webuild Spa-presidente di CMM4, hanno assistito alla fine degli scavi.
In particolare, il Sindaco Sala ha affermato che il completamento delle gallerie “è un’iniezione di fiducia per la città ed è un momento di ottimismo“. Non potevamo quindi non inserire la foto di rito scattata al termine dei lavori tra i soggetti della nostra campagna “Diamo Spazio Alla Fiducia”: un cantiere e un’opera di straordinaria utilità sociale che la pandemia non ha potuto interrompere. L’epidemia di Covid-19 infatti, non ha fermato tutti coloro che sono impegnati nella progettazione e nei cantieri: la MM Spa, M4 S.p.a, We Build – ex Salini Impregilo, Astaldi, Hitachi e molti altri ancora. Un ottimo esempio dunque di resilienza che ispira fiducia.
Per approfondire questo progetto, così importante e ricco di valore non solo per Milano, ma per tutto il territorio nazionale, con grande piacere abbiamo intervistato Fabio Terragni – Presidente M4, Management Board Human Technopole, PM Forestami, Socio fondatore di Alchema.
Intervista a Fabio Terragni, Presidente di M4 s.p.a
Il concetto di città metropolitana è nato piuttosto recentemente in Italia e si tratta di una dimensione innovativa che permette di fare un salto di qualità notevole, soprattutto in termini di sviluppo di progettualità. I grandi problemi come l’inquinamento, il cambiamento climatico, la mobilità,… devono essere affrontati alla scala metropolitana. Quando si parla di metropolitana, dunque, si viene automaticamente proiettati nel futuro e si ha la percezione di seguire una giusta prospettiva. È d’accordo?
Sono molto d’accordo. La città metropolitana è l’unità amministrativa e geografica minima per poter affrontare e gestire ambiente, trasporti, e anche lo sviluppo economico e sociale. La frammentazione ancora esistente deve essere superata, pur rispettando le storie e l’autonomia dei territori. Oggi purtroppo la Città Metropolitana, intesa come istituzione, è stata svuotata di poteri e di rappresentanza mentre dovremmo cercare di capire come ridargli ruolo, soprattutto a Milano.
La pandemia che sta colpendo il nostro pianeta pare sia stata una conseguenza del climate change e, più in generale, del modello insostenibile che caratterizza la nostra società. Negli ultimi tempi sta diventando sempre più fondamentale investire in iniziative (vedi ad esempio ForestaMI) che abbiano come obiettivo il ricorso benefico alla Natura per ridurre l’inquinamento. Il tracciato della M4 prevede di collegare 3 importanti aree verdi della città: il Parco Forlanini, l’Idroscalo e il Parco delle risaie. Si può parlare quindi di infrastruttura verde?
Ogni linea metropolitana è in se una infrastruttura verde, perché contribuisce a eliminare il traffico automobilistico e a facilitare la mobilità individuale in modo sostenibile. La M4 in particolare è destinata a diventare la seconda linea di forza del trasporto pubblico dopo la M1, arrivando a trasportare – si prevede – 86 milioni di passeggeri. Il fatto che metta in relazione tra loro importanti infrastrutture di trasporto (come l’Aeroporto di Linate, il passante ferroviario, le altre linee della M1, M2 e M3 e in futuro la linea ferroviaria ad alta velocità a Segrate) e grandi aree verdi ai margini della città la rende certamente strategica dal punto di vista ambientale. Finalmente si potrà accedere facilmente con i mezzi pubblici a polmoni straordinari come quelli citati, destinati peraltro a crescere di dimensioni e di importanza.
Uno degli aspetti più innovativi del cantiere della M4 è stato il suo forte legame con il territorio. Il rispetto dell’ambiente a più livelli e l’attenzione nei confronti della sostenibilità sono stati sicuramente tra gli obiettivi finali dell’opera, ma non solo. I parametri ambientali, oltre ad essere stati garantiti in fase di costruzione, saranno verificati anche successivamente, grazie ad un piano di monitoraggio. Può dirci qualcosa in più in merito?
Ogni grande infrastruttura deve per legge provvedere al monitoraggio ambientale, ossia all’analisi e comparazione dei dati ambientali più rilevanti nelle aree attraversate. Anche M4 ovviamente ha adempiuto a questo dovere. Purtroppo, attraversando il centro della città ed essendo stati costretti a lavorare in ambienti molto angusti, certamente qualche disagio lo abbiamo provocato, in termini soprattutto di vibrazioni e rumori. Ce ne scusiamo. Ma la contiguità con le abitazioni in alcuni casi rendeva praticamente inevitabile qualche disturbo.
Il percorso della M4 si estende per 15 km e attraversa Milano da est a ovest: vista la presenza di stazioni anche in aree storiche di pregio della città, avete incontrato delle difficoltà negli scavi delle gallerie?
Come dicevo, il fatto di attraversare il centro storico ha portato disagi ai cittadini residenti e alle attività. In alcuni cantieri gli spazi a disposizione delle maestranze erano veramente limitatissimi, e questo non ha certamente aiutato. Inoltre ci siamo dovuti confrontare in varie situazioni con ritrovamenti archeologici di una certa importanza, che hanno provocato qualche ritardo ma hanno riportato alla luce la storia – anche umana – della città di Milano. Siamo abituati a considerare Milano come una città contemporanea, la più moderna d’Italia, ma scavando abbiamo incontrato secoli della sua storia: la Milano capitale dell’Impero Romano, la Milano cristiana, la città medievale, la città d’acque. Incontri straordinari, moltissime sepolture, comprese quelle di una bambina, denominata Europa, presso le Terme Massimiane in San Babila, e quella di un cavallo, probabilmente dello stesso imperatore o di un suo alto funzionario.
Gli standard tecnologici impiegati nella costruzione della linea M4 sono in linea con le soluzioni più avanzate e permetteranno alla città di Milano di avvicinarsi sempre di più alle altre capitali europee in termini di infrastrutture e servizi. Oltre ai treni driverless, ritenuti super sicuri, si parla di controllo intelligente di traffico: che cosa s’intende nello specifico e in che modo esso si collega agli standard di sicurezza.
I sistemi di controllo che verranno applicati sono più avanzati di quelli dell’altra linea driverless di Milano, la M5. Grazie a una comunicazione diretta tra i convogli, sarà possibile aumentare ulteriormente la frequenza dei passaggi. Potremo arrivare a un treno ogni 90 secondi, con un tempo medio di attesa di 45 secondi: più rapido di un ascensore. La velocità massima prevista è di 80 km/ora. Per percorrere il tratto tra Linate e San Babila un treno della M4 impiegherà 13 minuti. Praticamente una navetta veloce che renderà il centro cittadino un terminal dell’aeroporto, rendendo la città superaccessibile al traffico nazionale e internazionale.
La foto che abbiamo scelto per la campagna “Diamo spazio alla fiducia” è stata scattata per celebrare il termine dei lavori di scavo ed è stato interpretato da tutti come un segno beneaugurante sulla prosecuzione dei lavori. È possibile ad oggi prevedere l’impatto che la pandemia potrà avere sui tempi di rilascio dell’infrastruttura?
Oggi i costruttori hanno quantificato i ritardi dovuti alla pandemia in circa 3 mesi. Tant’è che l’apertura della prima tratta, Linate-Forlanini FS, inizialmente prevista a fine gennaio, dovrebbe slittare a fine aprile. Ma purtroppo la pandemia è ancora in corso, le norme di sicurezza e soprattutto le quarantene imposte dal contatto con un soggetto positivo potrebbero rallentare ulteriormente qualche lavorazione “critica”, ossia di fondamentale importanza per avviare la linea. Con precisione il ritardo potrà essere quantificato solo quando avremo terminato i lavori.
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Ph credits: www.metro4milano.it, MM spa