Si scrive Eco Cycle e si legge “parcheggio per bici sotterraneo, custodito, automatizzato e antisismico”. Una vera e propria rivoluzione per l’utilizzo degli spazi urbani e della viabilità arriva dal Giappone, per l’esattezza da Kochi, città dove ha sede l’headquarter dell’azienda proprietaria del progetto, la Giken Ltd.
Eco Cycle è un progetto sviluppato per supplire alla mancanza di parcheggi di superficie per bici ed alla conseguente prassi dei ciclisti giapponesi di lasciare i propri mezzi dappertutto, creando disordine e problemi di circolazione e di accesso in prossimità di luoghi pubblici come ospedali, svincoli, accessi pedonali. Sebbene si tratti di un’opera dall’eccezionale valore tecnologico, Eco Cycle rappresenta una vera e propria innovazione culturale e sociale prima ancora che tecnologica.
La struttura – di forma cilindrica, con diametro di 8,5 m e sviluppo in profondità di 11,6 m – è infatti completamente antisismica, oltre che del tutto automatizzata. Per lasciare la bici nel parcheggio, basta una card magnetica associata all’abbonamento mensile del valore di 13 euro: avvicinandola ad un apposito sensore situato a fianco dell’ingresso di Eco Cycle, la porta si apre e un braccio meccanico “pinza” il mezzo, collocato su di un binario che ne evita il ribaltamento, lo trascina all’interno e quindi lo deposita nel primo stallo libero tra i 204 disponibili. Allo stesso modo, la bicicletta viene recuperata passando la tessera davanti al lettore, con un tempo di attesa per la riconsegna indicativamente di 13 secondi.
Per il momento esistono 43 Eco Cycle in 16 diverse città del Giappone, ma la speranza – soprattutto dei ciclisti, i quali devono quotidianamente fare i conti con il problema dei furti – è che il progetto varchi i confini nazionali per approdare nel resto del mondo: il costo di un singolo parcheggio è di circa 1,3 milioni di euro, mentre i tempi di realizzazione, secondo quanto dichiarato dai progettisti della Giken Ltd, sono nell’ordine di circa 2 mesi.