I suoni, la musica e gli applausi… i balconi d’Italia si uniscono in concerto e si colorano di arcobaleni con la scritta “andrà tutto bene”.
Sì, a tenere vive le metropoli in questo particolare momento è anche la musica, che arriva dalle stanze dei condomini e dalle finestre che si affacciano sulle strade, regalando le note di emozionanti brani d’artisti: sono i nuovi flash mob che la città, oggi, ascolta silenziosa. Perché negli ultimi mesi gli spazi urbani ci sono sembrati più spenti e le città si sono abituate a nuovi ritmi. La situazione di emergenza che stiamo vivendo ci rende nuovi osservatori delle nostre città che, sebbene in una dimensione sospesa e quasi senza tempo, continuano a comunicare.
Raffaele Kohler è il trombettista che ha emozionato tutti suonando “O mia bela Madunina” dalla finestra del suo appartamento milanese.
“La cosa che mi ha commosso è che, a poco a poco, si è unita la giapponese pianista del piano di fianco, poi l’anziana di quello di sopra, poi tutta la via. Una sorta di concerto polifonico in divenire…”.
Non diversamente, il violinista della Filarmonica della Scala Damiano Cottalasso, che ha trasformato il proprio bacone in un palcoscenico, improvvisando un breve concerto per tutti i condomini.
Il primo flash mob, lanciato venerdì 13 marzo con l’Italia che ha intonato l’Inno di Mameli, ha dato il via ad un vero e proprio appuntamento musicale per le città. Sono tantissime le persone che ogni giorno, alle 18, si uniscono sui balconi, sulle terrazze e nei cortili delle case di ringhiera: c’è chi canta, chi suona, chi segue la musica ballando, chi sventola il tricolore italiano e chi partecipa affacciandosi dalla finestra.
Qualcuno ha addirittura creato un vero e proprio palinsesto da condividere con il quartiere, una playlist fatta di grandi classici e dei propri pezzi preferiti. È successo nel centro storico di Sestri Ponente, in Liguria, dove da un’antica torre del ‘700, un vecchio stereo rispolverato riproduce ogni giorno i brani scelti dagli abitanti. A Roma, un ragazzo ha invece deciso di far ballare il vicinato grazie alla musica trasmessa dal proprio impianto in terrazza.
L’iniziativa continua ad essere virale: i social sono popolati dagli hashtag #AffacciatiAlle18, #Italiasuona, #IoSuonoDaCasa, #notecontagiose, #nonfermiamolamusica, che promuovono l’evento oppure ne accompagnano le foto e i video.
E i flash mob hanno trovato anche la loro veste magica quando, la sera, le persone illuminano i balconi con le torce degli smartphone o le luci delle candele.
Ma non è solo l’Italia a diffondere un messaggio di speranza e di fiducia dai palazzi. Arriva dall’attore e comico francese Noam Cartozo, l’idea di lanciare un Quiz live interrogando i vicini dal balcone della propria casa, a Parigi. “Questions pour un balcon”: così ha rivisitato il format del game show televisivo “Questions pour un Champion”. Il Quiz va in scena ogni sera alle 20, e tutto il vicinato partecipa affacciandosi alla finestra:
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C'était le feu ce soir dans Questions pour un Balcon ! (Surtout la fin)
Emission en MUTLICAM (merci aux voisins) avec un nouveau logo
Toujours le même principe l'équipe PAIRS VS. IMPAIRS@SamuelEtienne @JulienLepers @Nagui @Cyrilhanouna @cyrilferaud pic.twitter.com/lgi8dCdXQZ— noamcartozo (@NoamCartozo) March 28, 2020
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Questi sono soltanto alcuni esempi che testimoniano la vita nelle città, nonostante il grande cambiamento che l’emergenza ha portato con sé; un cambiamento che muove dalla chiusura degli spazi pubblici e delimita nuovi confini, nuove aree percorribili che significano per noi nuovi percorsi: così l’emergenza coinvolge la città da un punto di vista simbolico, e pratico.
E allora è anche la città come spazio fisico a modificarsi, a ridefinirsi, ad essere ripensata. È la città che deve resistere ai cambiamenti e che mette alla prova la sua resilienza, definita da Piero Pelizzaro – Chief Resilience Officer del Comune di Milano – come «l’arte di adattarsi ai cambiamenti, trasformando così le incertezze in occasioni e i rischi in innovazione». Ed è con questo sguardo che #diamospazioallafiducia.
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